Dal dramma del terremoto ad Amatrice e nelle zone
circostanti vengono alla mente alcune considerazioni che sono comunque sulla
bocca di tutti. Il disastro purtroppo c’è tutto e pensare che, nel giro di un
minuto, cambia drammaticamente la vita fa venire i brividi ma conforta che la
mobilitazione dei soccorsi è stata impeccabile e la grande “comunità Italia”
questa volta non ha fallito nell’aiuto immediato e nei primi provvedimenti per
la ricostruzione. Un evento inevitabile il terremoto ma evitabile può essere la
sua furia distruttrice. Mi ha colpito che la magistratura sia intervenuta con
immediatezza per puntare i riflettori su alcune strutture che non hanno
resistito al sisma, perché non sono state messe in sicurezza o sono state costruite male e quindi
fuorilegge. Fa impressione anche la
mala gestione dei fondi concessi per la prevenzione e la messa in sicurezza dal
rischio sismico, si è preferito in molti casi abbellire la struttura anziché
usare le risorse per la sicurezza degli edifici, certo meno appariscente e meno
utile al consenso immediato nella speranza che il terremoto poi non si
manifesti mai. A questa distrazione di fondi
si verifica purtroppo una partecipazione diffusa: Istituzioni pubbliche,
chiesa e privati cittadini. Come tutti mi auguro che, se ci sono stati errori o
peggio colpe, vengano sanzionate ma soprattutto come tutti mi auguro che sia
una lezione in prospettiva. I
finanziamenti per la messa in sicurezza antisismica devono essere impiegati nel
modo più trasparente possibile ma i bandi spesso si prestano a mille
interpretazioni dove possono navigare i disonesti, oppure quelli che hanno
bisogno del consenso immediato come spesso succede per chi è impegnato in
politica. Quanti lavori pubblici vengono messi in cantiere in funzione del
consenso anziché delle reali necessità e a scapito spesso della manutenzione
straordinaria e della sicurezza. Il pensiero va anche al mio comune dove sono
in atto finanziamenti specifici per la prevenzione del rischio sismico. La
delibera recita: “Affidamento dei
lavori di miglioramento sismico
dell’edificio … villa Romani…”, e a me sembra che il linguaggio burocratico
prenda ancora una volta il sopravvento perché l’edificio non deve essere solo
migliorato ma bensi posto in sicurezza antisismica secondo la normativa
vigente. Non è solo una questione di termini da Accademia della Crusca ma di
sostanza nella correttezza dell’intervento. Vorremmo essere certi che il nostro
Sindaco vigili sul contenuto dei bandi di finanziamento dei lavori e non lasci
nelle sole mani dei tecnici la responsabilità degli interventi perché la
struttura tecnico/amministrativa del Comune è bravissima a navigare fra le
norme della burocrazia spesso incomprensibili ai più e utile solo a salvare la forma anziché la
sostanza.
Renato Farina
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