“Una città può dirsi
davvero smart, quando sa dialogare. Un dialogo che deve esistere fra le
tecnologie, ma anche fra gli enti del territorio e, soprattutto, tra i
cittadini e fra questi e le istituzioni. Ma se, dal punto di vista tecnologico,
il tema dell’interoperabilità è finalmente al centro di molti progetti,
purtroppo la comunicazione e collaborazione fra le pubbliche amministrazioni,
anche a livello locale, necessita di un forte sostegno.”
Ho riportato questo scritto di Alessia Tronchi,
collaboratrice di smartinnovation, perchè
rispecchia il mio pensiero e credo quello di tanti altri cittadini. Nella
nostra comunità vigono ancora troppi campanilismi e il meccanismo
dell’autoreferenzialità è eccessivamente presente e non consente forme
intelligenti di collaborazione. L’Italia è conosciuta come il paese delle 100
città e ognuna con le sue caratteristiche non solo strutturali/architettoniche ,
ma soprattutto culturali e questo è un bene se prima o poi si portano a sintesi
le diversità ma questo vedo che spesso è molto difficile e quindi ognuno,
cittadini e istituzioni, va per i fatti suoi.
Parlando con la mia gente mi accorgo sempre di più che non
chiede alle istituzioni la cosiddetta “luna nel pozzo” ma servizi semplici e
semplicità al loro accesso. Viviamo invece istituzioni con eccesso di
regolamenti spesso incomprensibili, con una burocrazia spesso inefficiente e
quindi lontani dal cuore e dalla testa dei cittadini.
Questo vale non solo per le istituzioni ma anche per i gruppi
organizzati del volontariato e in questo fa ben sperare la costituzione della
consulta delle Associazioni perchè si è aperta una occasione di confronto, un
luogo di scambio, un contenitore social network che abbracci le varie
esperienze e particolarità ma che sia anche un elemento di start up per nuove e
più stimolanti “avventure sociali”. Coinvolgimento e scambio di informazioni
fra l’istituzione “Comune” e i cittadini singoli o associati può essere
importante per costruire un rapporto fiduciario necessario per qualsiasi
progetto socio/politico.
Conclude Alessia Tronchi: “E’ un cambio di cultura quello che
si impone. Il passaggio da ente che informa, a soggetto che comunica, e che
quindi accetta lo scambio, la replica, la critica, senza censure e omissioni.
L’evoluzione da autorità che governa il territorio, ad autorevole
rappresentante della propria comunità, con la quale collabora e lavora. La
metamorfosi da organo che regolamenta, ad ente che stimola, coglie, usa le idee
vincenti, innovative, facilitatrici per migliorare se stessa e la società. Una
evoluzione che richiede solo visione, disponibilità ed è immediatamente
realizzabile.”
Renato Farina (Insieme per Sona)